La Cresima

La Cresima  o Confermazione.

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La Cresima,  si chiama anche  Confermazione,  perché  è la conferma del battesimo.   È la conferma del tuo Si a Dio,  e del  Si di Dio,  a te.     È far diventare completo il battesimo.

 

 

Simboli.

Professione di fede.

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Nel battesimo il  Si a Dio,   lo hanno detto i tuoi genitori,  al posto tuo.   Ora che sei diventato grande,  lo devi dire tu.

È un  Si, lo voglio.   Lo voglio anche io.   Si, ci sto. Si, sono d’accordo, lo sottoscrivo.  Si, lo scelgo, mi prendo la responsabilità.    Lo firmo.   Lo confermo.

 

E ora c’è la conferma da parte di Dio.   Ora è lui che sceglie te.   Che conferma la scelta che ha fatto di te,  nel battesimo.

 

 

Imposizione delle mani.

1563 - Copia

 

Il Vescovo,  con le mani consacrate,   fa scendere lo Spirito Santo.   E impone le mani, su di te.   E lo pone, su di te.

E lo Spirito Santo viene,  su di te.   Ti copre con la sua ombra.  Ti ammanta, ti circonda.  Ti riempie.

 

 

L’unzione con il sacro crisma.

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Prima,  il tuo nome.    È il tuo  Si,  e ha il tuo nome.

Poi  il Vescovo ti mette l’olio crismale sulla fronte, a  forma di croce.  E dice:  Ricevi il sigillo dello Spirito Santo.

 

Quell’olio,  è l’olio santo.   È lo Spirito Santo.  Lo Spirito di Dio, in Persona.   Che si imprime in te.  E ti fa diventare santo.  E ti fa diventare  sacro.  Consacrato.  Dalla parte di Dio.  Dedicato a Dio.  Di Dio.

 

È il sigillo di Dio.  Il timbro di Dio.  La firma di Dio, su di te.  È la scritta, con il dito di Dio.  Incisa  con il fuoco dello Spirito Santo.

È l’orma,  l’impronta di Dio.    Che stampa il volto di Dio,  sulla tua fronte.   E ti fa riconoscere  suo.  Suo figlio.

È il sigillo di Dio.   Che ti sigilla in Dio.    Nessuno ti può più portare via,  da lui.  Nessuno ti può più separare,  da lui.

 

Con la forma di croce.   Ti fa entrare in Gesù.   Sei in Gesù, ora più di prima.   Stai dentro a Gesù risorto.    E con lui  e come lui,  puoi annunciare il Padre.    E con lui e come lui, puoi fare la volontà del Padre.   E salvare il mondo.

 

 

 

Come l’unzione dei profeti.

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Il profeta, scelto da Dio,  veniva unto con l’olio santo.   Facevano scendere sul suo capo,  l’olio santo.   E lo Spirito di Dio rimaneva su di lui.  E portava agli altri la parola di Dio.   Anche  i re e i sacerdoti  venivano unti  con l’olio di Dio,  con l’olio consacrato.     Anche tu sei diventato in Gesù  e con Gesù,    profeta,  re,  e  sacerdote, 

 

 

 

Come l’investitura del Cavaliere.

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Era un rito sacro.   Il candidato  si preparava e pregava prima.   Poi veniva investito,   consacrato cavaliere.

E gli veniva posata la spada benedetta,   per tre volte,  sul capo, su una spalla e poi sull’altra.    E sul tuo capo, si posa la mano del Vescovo,  e sulla spalla quella del padrino.

Poi gli davano uno schiaffo.   Perché nel corpo si doveva  imprimere quel momento sacro.    E il vescovo ti dà  un buffetto sulla guancia.

 

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Poi veniva vestito da cavaliere.   E gli davano l’armatura, la spada, la lancia, la cintura e il cavallo.  Anche tu sei diventato  un cavaliere.   Un cavaliere di Dio.    E lo Spirito Santo ti da quello che ti serve.   I suoi sette doni.

 

 

 

I doni dello Spirito Santo.

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  1.  Sapienza.    È come la spada del Cavaliere.     Che divide, separa,  distingue una cosa dall’altra.   Ti fa  vedere le diversità.   Te le fa capire.

 

  1.  Intelletto.         È come l’elmo,   che protegge quello che hai capito.   Che da la forza di capire di più. E di non fartelo portare via.

 

  1.   Consiglio.     È come la lancia che ti fa penetrare.  Entrare nel progetto di Dio.

 

  1.   Fortezza.     È come l’armatura che ti fa resistere al male.  Che non ti fa ferire dal male.  Che ti protegge.

 

  1.   Scienza.      È come la feritoia del castello.  Che ti fa vedere quello che gli altri non vedono.  Che ti fa capire quello che gli altri non sanno.   Che ti fa vedere fino in fondo. E ti fa vedere lontano.

 

  1.   Pietà.       È come lo scudo, che ti difende da tutti i colpi.   Che ripara tutti i colpi.    È quello che ti difende il cuore.  Che ti fa usare il cuore.  Che ti fa amare Dio, con il cuore.

 

  1.  Timore di Dio.      È come il cavallo.    È il rispetto per il Signore,   che ti porta dove vuole lui.    È la dedizione,  la fedeltà al Signore,    che ti fa andare dove vuole lui.     Che ti porta a compiere la sua missione.     Che ti ha dato lui.

 

 

 

 

 La Cresima o Confermazione. Pdf.   ( Clicca sulla riga).

 

 

 

 

 

 

 

Unzione degli infermi

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L’ Unzione degli infermi.

 

 

L’Unzione degli infermi,    o unzione dei malati,    o estrema unzione,    è un sacramento.    

Non è il sacramento  della morte.     È il sacramento  della salute.  Della  guarigione,         e della salute,  dell’anima  e del cuore.

 

 

 

A chi si dà?

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A coloro  che sono   in pericolo di morte,    o cominciano ad essere in pericolo di morte.

Non stare  lì, ad aspettare che muore.   Non stare con le mani in mano.      La cosa più importante, la puoi fare.    La cosa che conta di più,  gliela puoi dare.        Il  Paradiso.

 

 

Chi lo fa?

Prade Annibale - Copia

 

 Il sacerdote.  Solo lui.      Perché  rappresenta Gesù,  che si prende cura dei  malati.   Che è venuto  a guarire   i malati,   e a liberare dal male,  dal dolore, e  dalla morte.  

Gesù,    ti da lo Spirito Santo.

 

 

 

 

Cosa fa?

sacrament7 - Copia (2)

 

 

Unzione,    con  l’ olio  crismale,   è l’olio  consacrato,   in cui Dio ha effuso  lo  Spirito Santo.  È lo Spirito Santo,  la medicina.                        

È lo Spirito di Dio che viene,  e tocca quel corpo,  e tocca quel dolore.      E tocca l’anima ferita.    E la pulisce,   la ripulisce,  la guarisce.   E l’anima non è più malata.   E anche  il cuore, sta meglio.    E anche la paura,  si calma.    E anche  l’angoscia  svanisce.

 E anche il corpo,  riconosce il suo Dio.     E può placarsi anche il dolore.    E, a volte,   anche la malattia.

 

 

Come si fa?

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Sacra unzione.                                                                                                                                                                   Con l’olio santo,   il sacerdote    unge la fronte e le mani.         La fronte,  simbolo di quello che è stato pensato,                    e le mani,   simbolo di quello     che è stato fatto.

 

Imposizione delle mani.

Come faceva Gesù.    Mette le mani sul capo del malato.   Quelle mani consacrate, riempite di Spirito Santo,    impongono,   pongono sopra a quel capo,   lo Spirito Santo.       E lo Spirito Santo scende su quel capo.

 

 

E  lo Spirito di  Dio  si incontra con quella persona,    nella sua profondità, nella sua totalità.    E porta quella croce personale,  dentro la croce di Gesù.     Quella croce,  diventa parte della croce di Gesù.

Ora quel malato non è più solo.      Fa parte del Figlio di Dio.   Il suo dolore,  fa  parte del dolore  del Figlio di Dio.      Della sua missione.     E della sua resurrezione.

 

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Se  muore con lui,   risorge con lui.        E sarà con lui per sempre,   in  Paradiso.             Lì,  lo puoi ritrovare.           Lì,  lo puoi riabbracciare.   Con l’anima.

E alla fine dei tempi,      anche con il corpo.

 

 

 

 

Unzione degli infermi. In pdf.      ( In Pdf, per aprire clicca sulla riga) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Progetto Oratorio

Proposta di Progetto educativo dell’Oratorio  parrocchiale

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Premessa.

La parola oratorio viene dal latino “orare” che significa pregare. Inizia nel 1550 con San Filippo Neri con la finalità di creare una comunità di religiosi e laici uniti nella carità e nell’amore, come gli apostoli e a questo venivano educati i ragazzi. Nel 1800 Santa Maddalena di Canossa istituisce case per le ragazze di strada per istruirle alla religione e alla professione. Nel 1840 Don Bosco fonda gli oratori per educare la gioventù povera e abbandonata, istruendola nella religione e nella professione, con la finalità di far diventare il ragazzo un onesto cittadino nella società, un bravo cristiano nella chiesa e un fortunato abitante del cielo.

 

Contenuto.

L’oratorio non è un “Centro di aggregazione giovanile” o un “Ricreatorio” o uno “Spassatorio”; si differenzia da questi per la qualità, per la sua natura. L’oratorio è un luogo di formazione umana e cristiana. È il posto dove il bambino impara a conoscere se stesso attraverso gli altri, dove le proprie potenzialità e energie vengono fuori, vengono e-ducate (tirate fuori), dove scopre la propria missione umana. Ma anche il posto dove impara a mettersi in contatto con il divino, con il trascendente, dove  impara a dare del tu al Signore, ad entrare in relazione con lui, dove impara la fede.

L’oratorio non è solo un luogo fisico. E’  uno spazio emotivo ed educativo. L’oratorio è nel cuore di chi accoglie il bambino o il ragazzo, è negli occhi di chi lo guarda con gli occhi di Dio, è nell’anima di chi si prende cura di lui e si apre a lui. Se il bambino trova un posto così, può aprirsi veramente, può sentire una relazione nuova, una famiglia nuova, una casa nuova, un posto diverso dove le cose che contano sono nella profondità del  cuore.

 

Finalità.

Lo scopo ultimo a cui tende l’oratorio è  l’“educare alla vita e alla fede”. Il ragazzo quindi non è un oggetto, uno strumento per fini sociali, culturali o economici. È lui stesso il fine, è la sua formazione vista nella sua globalità e interezza. Formazione del corpo, della mente, delle relazioni sociali, ma anche dello spirito. In pratica il bambino è aiutato a crescere, a far venir fuori le sue vere potenzialità, le sue capacità che sono nel suo DNA psichico e che gli sono state date per raggiungere la sua missione nel mondo e nel disegno di Dio. L’oratorio quindi ha il compito di  e-ducare, ( dal latino: ex = fuori e ducere = portare)  di portare fuori quello che è già dentro il bambino, come un seme, e di creare le condizioni per farlo crescere in tutte le sue parti.

Ma  il motore principale della vita vera, nella gioia vera e della relazione vera, è  nel crescere anche nella fede, nel rapporto con chi lo ha creato, con chi lo ama di un amore infinito, con chi lo ha pensato, voluto e amato fin dalla creazione del mondo, con chi ha predisposto per lui un disegno di salvezza, con Dio Padre. Senza questo motore principale la formazione umana non è completa, perde di energia, di gioia, di tensione, di senso.

 

Metodo

Per attuare la formazione alla vita e alla fede è necessario stabilire i cardini, i riferimenti centrali a cui rifarsi e in cui ritrovarsi. I puntelli che permettono di capirsi e che segnano lo stile dello stare insieme. Sono come gli indicatori della strada, i segnali stradali, il modo di relazionarsi, il modo di sentirsi, di ascoltarsi, di viversi. Questi segnali vanno spiegati bene ragazzi, devono essere esposti in modo visibile e colorato  sempre,  per poter essere assimilati e vissuti.

 

 

Cardini per la formazione alla vita

Accoglienza.

Essere aperti. Tutti devono essere aperti all’altro. Ognuno deve accogliere l’altro come un amico. Ancora di più come un fratello della stessa famiglia, della stessa casa.

 

Amicizia.

 L’amicizia è lo stile della relazione positiva. L’amicizia è fiducia, è stima, è affetto. La stima va data sempre e comunque anche se l’altro non è simpatico. Bisogna diventare amici della parte dell’altro che è buona, che ha sofferto, che ha paura, che è triste e si sente abbandonata. Quella parte ha bisogno di affetto, di cure e di attenzione e solo così si apre.

 

Verità.

La sincerità fa parte dell’amicizia. L’amico non dice il falso. La menzogna è il tradimento dell’altro, è la mancanza di fiducia, è un negare l’altro e considerarlo nemico. È un far fuori l’altro dalla propria vita. È egoismo e chiusura e distrugge la relazione.

 

Semplicità e umiltà.

L’amicizia vera si basa sulla semplicità. Sono le cose semplici piccole e umili che ci fanno diventare simpatici e fortificano il rapporto vero. Le parti umili, difettose, povere, semplici, ci fanno sentire veramente veri. Nasconderle con l’onnipotenza, la grandiosità, il dover essere per forza i primi, i migliori, i più forti, quelli che non sbagliano mai e ottengono tutto a qualunque costo, ci fa diventare finti, falsi e lontani da quello che siamo veramente. È un andare sulla strada sbagliata, è cercare qualcosa che non fa parte della nostra vita e ci fa stare male e ci leva la luce e la gioia dentro.

 

Fedeltà.

L’amico è fedele. Il patto di affetto, di stima, di fiducia, conta di più della propria convenienza. Rimanere fedeli significa imparare a stare dentro una scelta, dentro a un ideale, dentro i confini che abbiamo scelto. Significa essere fedeli a se stessi prima di tutto. Significa avere stima per sè, coraggio, lealtà ed essere fondati, radicati in qualcosa di stabile e di solido. Significa essere uomini veri.

 

Condivisione.

Quello che abbiamo non ci è stato dato per tenerlo rinchiuso dentro di noi. Ogni tesoro prezioso che abbiamo trovato nel nostro cuore, ogni capacità che c’è stata donata (talenti) va con-divisa, messa in relazione con gli altri, va fatta partecipare agli altri. Se la capacità viene messa nella relazione con gli altri, non solo non viene persa, ma si consolida, cresce e si fortifica, si cesella.

 

Unità.

Tutti siamo figli dello stesso Padre nei cieli, che ci ama tutti nello stesso modo. Nessuno quindi può essere escluso, o evitato, o rifiutato per nessuna ragione. Siamo tutti una stessa famiglia nell’oratorio. Come i moschettieri  o i cavalieri della tavola rotonda, ci aiutiamoli e ci difendiamo. “Tutti per uno e uno per tutti”. Siamo una unità con una identità precisa e andiamo tutti verso la stessa meta che è il Padre.

 

Servizio.

Uniti come figli dello stesso Padre, come una nuova famiglia che si fa sentire e vedere anche all’esterno, nella comunità parrocchiale e nella società. Essere per gli altri, significa servizio, missione. Questo è il test di verifica del funzionamento dell’oratorio, quando esce allo scoperto, quando si fa sentire, quando viene fuori e diventa segno, testimonianza, missione.

Servizio per la Chiesa, collaborando con la comunità parrocchiale nell’animazione della Messa e nelle iniziative pastorali. Servizio per la comunità sociale dove si vive. I ragazzi possono inventare ed attivare iniziative a favore dei più deboli, dei piccoli, dei poveri,  dei bisognosi, degli abbandonati del paese.

 

 

Cardini per la formazione alla fede. 

Gesù Modello e Maestro.

Se manca questo riferimento anche la formazione umana diventa arida e svuotata. Gesù è il cardine principale di tutta la formazione integrale. È Lui il Modello a cui rifarsi, è Lui il vero Animatore, l’Educatore. È Lui l’indicatore della strada maestra personale e del gruppo. Per sapere come  fare, come risolvere problemi, dove andare, che senso dare alle cose, bisogna domandarsi: ” cosa ha detto Gesù su questa cosa? Come si comporterebbe lui? Che mi consiglierebbe se fosse qui?” Gesù come Modello significa imparare a pensare come Lui, ad essere come Lui. Essere così fa diventare speciali tutte le nostre relazioni, la vita diventa bella, gioiosa e la pesantezza della fatica e del dolore trova un significato.

È lui il vero Maestro, Colui che sa guidarci perché  ci conosce in profondità,, ci accoglie e ci accompagna in ogni momento. È lui il vero Educatore, quello che c’insegna il metodo che funziona di sicuro, è lui il Metodo stesso. Il modo con cui stava con gli altri, quello a cui dava importanza, quello che insegnava. È Lui che ci spiega quello che conta e quello che non conta, quello che ci dà la gioia o ce la leva. È Lui che ci dà lo Spirito Santo che illumina la strada e ci porta al Padre. È Lui che ci fa entrare nella dimensione nuova del Regno di Dio, che ci fa stare bene in questa vita, ma che ci fa diventare anche fortunati cittadini del cielo per l’eternità.

 

Primato di Dio Padre.

La coscienza di essere stati creati tutti da un unico Dio, di essere stati pensati e amati prima della creazione del mondo, di essere accuditi da Lui in ogni momento della nostra vita, ci conferma che  veniamo da Lui, apparteniamo a Lui. Il sentimento di appartenere a qualcosa di più grande di noi, a qualcosa da cui siamo stati generati, ci permette di vedere la vita in un modo nuovo e dalla visuale giusta. Ci permette di capirla e di viverla in modo vero e pieno. Ci permette di sentire Dio come Padre vero, Padre originario, Padre primario. Se mettiamo al  primo posto il Padre, tutto il resto acquista un valore diverso, tutto torna al suo posto, tutto può trovare un senso. Al Padre si riferiva sempre Gesù, all’Amore di Lui per noi, fino a darci un’elezione di figli adottivi. Se seguiamo Gesù come modello, arriviamo al Padre chi è la nostra origine e la nostra meta.

 

Modalità operative.

In un progetto educativo è fondamentale individuare le scelte prioritarie operative su cui ruotano tutte le decisioni e poi individuare l’organizzazione.

 

La centralità della persona.

Al centro di ogni iniziativa o decisione deve esserci il bambino o il ragazzo come persona nella sua interezza. Questo significa che  il cuore dell’oratorio è il bambino con i suoi bisogni, difficoltà, ma anche con le sue capacità di iniziativa e di responsabilità. Al centro quindi non devono esserci  le  idee, le aspettative e i bisogni degli adulti

 

Il bambino protagonista.

Per poter  e-ducare ( tirar fuori) le potenzialità del bambino è importante impostare l’azione educativa coinvolgendo sempre il bambino nelle scelte. Ogni singola attività, deve sempre essere pensata e organizzata insieme al bambino, con il suo coinvolgimento, con il suo contributo. L’attività precostituita, già impostata, prefabbricata, per quanto bella, interessante, semplice, non sarà mai un’attività del bambino e per il bambino, perché lui non c’è dentro, non è stato considerato capace di pensarla, non c’è come  protagonista, non c’è  il suo pensiero, il suo cuore e la sua anima e quella cosa non è sua.  Si sente solo un esecutore, un oggetto, uno strumento.

i bambini spesso si adattano in modo automatico a tutto ciò che è già preparato e prefabbricato perché sono abituati dalla tv e dai giochi della PlayStation, ma è come se in fondo si sentissero di nuovo rifiutati, negati nella loro capacità di produrre. Far uscire fuori la loro capacità creativa, far sentire quell’attività (anche semplice, anche piccola) sua, venuta da lui, con la sua orma, con il suo spirito, la sua firma, è per lui come averla creata. Per lui è un sentire di essere capace di creare il mondo, sentire che dentro di lui c’è la possibilità di diventare soggetto attivo e protagonista delle cose e quindi anche della sua vita, di se stesso.

 

Ogni attività educativa ed efficace deve adattarsi all’ io, qui e ora.

  • Io.      Significa che l’attività deve essere in sintonia con quel particolare bambino o ragazzo. Ogni bambino è unico, originale e irripetibile, ogni bambino ha una sua storia particolare, un suo modo di sentire specifico. È con lui che bisogna fare i conti, è lui che bisogna ascoltare umilmente prima di decidere.
  • Qui.    Ogni situazione concreta è diversa a seconda del luogo perché ogni luogo è unico originale e irripetibile. In un paese una iniziativa può andare bene, in un altro no. Bisogna quindi adattarla a quel luogo.
  • Ora.   Ogni attività può andar bene in un momento della storia di quel posto e non andar bene in un altro momento. Quindi va pensata ogni volta in modo nuovo per renderla veramente efficace e viva.

 

Il bambino responsabile.

 Quando si è protagonisti si è anche responsabili. Significa che l’attività che è stata pensata deve essere attuata, concretizzata direttamente da chi la voluta. Direttamente significa che l’animatore non deve fare lui quello che potrebbero fare i ragazzi. In questo modo attiva le risorse che ci sono in loro e li spinge a diventare protagonisti non solo nel pensiero ma anche nell’azione. L’animatore guida i ragazzi a rendere concreto quello che hanno pensato, li abitua a sforzarsi, li incoraggia, li incita, tifa per loro. Non si sostituisce mai a loro,  e fa spazio a quello che deve venire fuori da dentro. Quello che viene fuori non è solo un’attività, è una parte di loro, sono loro stessi che stanno nascendo a se stessi.

  

Strumenti operativi.

 Per favorire questo tipo di azione educativa, è necessario impostare una serie di strumenti che servono per attuarla. Vanno quindi organizzati dei laboratori, almeno tre o quattro. Il laboratorio del gioco, il laboratorio della fantasia (disegno, teatro ) il laboratorio della musica (ballo, canto, musica) il laboratorio del pensiero-studio e il laboratorio della spiritualità.

 

I  laboratori.

 Ogni bambino che entra nell’oratorio può scegliere in quale laboratorio entrare, secondo il suo bisogno di quel momento. In ogni laboratorio trova un animatore che lo guida nell’attività. Nessun bambino fa un’attività da solo, ma sempre in relazione con gli altri.

I bambini che entrano in un laboratorio formano un gruppo nuovo che si mette in circolo con le sedie con l’animatore o seduti per terra su un tappeto grande. Insieme decidono il contenuto, i modi, i tempi di quell’attività. Se non sono d’accordo, sta l’animatore trovare il modo di conciliare, ma ancor più di insegnare ai ragazzi a condividere le loro idee, a spiegarle agli altri, ad aprirsi a vedute diverse. Se alla fine non si trova l’accordo, si fa a maggioranza e il gruppo deve rispettare l’esito. Dopo si attua quello che si è deciso e i ragazzi fanno  quello che hanno pensato, dal mettere a posto le sedie, alla realizzazione dell’attività. Il momento dell’organizzazione può richiedere mezz’ora o un’ora, non è tempo sprecato, è il momento più importante in cui tutti sono stati al centro della progettazione, protagonisti responsabili, registi, attori, sceneggiatori, critici e spettatori.

 

L’animatore.

L’animatore quindi ha la funzione di favorire una crescita, di promuovere la nascita di una parte nuova della persona.

È come il giardiniere che dà al fiore la luce, l’acqua e l’aria, ma sa che tutto quello che verrà fuori è già insito nel seme che sta germogliando e sa che tutto quello che cresce ha i suoi tempi, i suoi modi e le sue caratteristiche diverse dagli altri fiori.

L’animatore ha la funzione paterna: guida, incoraggia, spinge a fare da soli, a buttarsi, a credere in se, ad essere autonomi. Ma ha anche la  funzione materna di sostenere, di nutrire, di consolare, di contenere. Contenere è una funzione educativa indispensabile che significa con-tenere, tenere dentro, le ansie, le paure, le angosce, l’istinto, la aggressività. Significa com-prendere le angosce, cercare di capirle, cercare le cause insieme al bambino. Ma significa anche tenerle dentro un confine, dentro dei limiti.

Significa quindi anche autorevolezza, far sentire ai ragazzi che chi sta davanti a loro non è un servo, non è uno che assiste impotente, non è un oggetto, ma è un soggetto autorevole, è una guida sapiente, è un condottiero che sa farsi capire e non ha paura. E’ uno che crede veramente in loro e nella loro capacità di darsi un limite, una regola, di diventare responsabili e che, da bravo condottiero, la cerca insieme a loro. Le regole  dell’attività vanno decise in gruppo e vanno rispettate in modo preciso.

 

  1. Laboratorio del gioco.

In questo laboratorio è compreso tutto ciò che ha a che fare con il gioco, dal gioco all’aperto, (campetti) al gioco da tavolo (biliardini, ecc). È fondamentale che i bambini non si buttino sui giochi in modo istintivo, ma programmino insieme all’animatore quello che vogliono fare, con chi, i tempi e i modi. Nessun gioco deve essere fatto da soli e nessuno deve imporre il suo comando sugli altri. Non ci deve essere nessuna forma di sopraffazione sugli altri perché si va contro lo spirito dell’oratorio. L’animatore deve intervenire ogni volta che i bambini fanno prevalere il loro egoismo, gelosia, aggressività sull’altro. Deve intervenire e riportare i comportamenti ai cardini centrali dell’oratorio, per riportare così la persona anche al suo centro.

Se ci sono dei problemi invece di intervenire in modo severo, si possono attivare delle discussioni di gruppo per valutare quel fatto o quell’evento negativo. Pensare insieme, imparare a chiedersi il perché di quel gesto,  imparare a trovare una soluzione a quell’azione, insegna ai ragazzi che l’errore non deve essere solo giudicato, ma com-preso e visto in più angolazioni e alla fine aggiustato insieme. Il gruppo ha un potere curativo impressionante, ma insegna anche che ogni azione negativa deve fare i conti con l’altro, con chi la subisce, ma anche con chi assiste, perché tutti siamo nella stessa barca e tutti facciamo parte della stessa famiglia.

 

  1. Laboratorio della fantasia.

Il laboratorio della fantasia è necessario per attivare le capacità creative dei ragazzi. Disegnare, dipingere, modellare il das, inventare favole e storie fa uscire fuori le loro potenzialità, ma anche il loro modo di vedere, sentire il mondo, le loro paure, le loro angosce, le tensioni e conflitti. La creatività ha in sé anche la funzione di contenimento dell’angoscia e del conflitto. Il fatto di poterlo tirare fuori, esprimere, rappresentare a se stesso e agli altri, lo fa diventare meno forte e meno pericoloso. In pratica il fatto stesso di dare una forma, un colore, un’esistenza a qualcosa d’invisibile ed inconscio, permette di con-tenerlo, di tenerlo dentro, di poterlo gestire.

 

  1. Laboratorio della musica.

La musica,  la danza, il canto, hanno una capacità educativa e terapeutica naturale. Educano al ritmo, al dinamismo, al movimento. Il ritmo insegna a darsi dei tempi, degli spazi e la musica educa alla tonalità emotiva. Suonare, cantare e danzare creano unità tra la mente, lo spirito e il corpo, è lo strumento attraverso cui la mente e lo spirito usano il corpo per esprimere emozioni indefinite e profonde. Nello stesso tempo la musica riesce ad entrare attraverso il corpo e ad arrivare allo spirito. Fondamentale in questo laboratorio è l’inventare suoni, canzoni, balli sulla base delle proprie emozioni, sentimenti, difficoltà, suggestioni. L’ideale è esprimerli e viverli per poi riproporli in gruppo. Cantare ballare e suonare insieme in uno spettacolo, permette di esprimere le emozioni di un gruppo,  il modo di sentire dei giovani, per farli conoscere anche ai loro genitori e alla comunità.

 

  1. Laboratorio per studiare o per pensare. Cineforum.

Sarebbe importante dare uno spazio per lo studio, per chi non ne ha a casa. Poter studiare in modo autonomo non significa ripetizioni o sostegno allo studio. È solo un posto dove qualcuno può dare un aiuto a un altro più piccolo o essere modello per gli altri.

Questo luogo può anche diventare un posto per pensare,  dove poter portare problemi che sono sorti. Un posto dove si può riflettere su quello che è successo, dove si può com-prendere, e trovare insieme una soluzione una risposta. In queste occasioni  si può fare riferimento a Gesù come modello: “che dice Gesù su questo? Che farebbe se fosse qui? Come la penserebbe?”.

Questo laboratorio può diventare anche il posto dove si pensa attraverso le immagini: foto e film. Se si proietta un film è importante discutere insieme, trovare il contenuto, il perché, il significato e la morale.

 

  1. Laboratorio spirituale.

Questo laboratorio è importante per imparare a conoscere Gesù e il Padre. È un posto dove poter pensare anche alla propria missione nel mondo e nella Chiesa e al servizio che si potrebbe dare alla comunità parrocchiale. Potrebbe essere un posto fisico o anche emotivo. Un sacerdote o un laico deputato alla formazione spirituale potrebbe  essere presente tra i ragazzi perché rappresenta Gesù in modo più forte,  rappresenta il suo Amore per noi e ricorda la finalità spirituale. 

 

FORMAZIONE DEI GENITORI

Il laboratorio del pensiero potrebbe essere un metodo adatto anche per  la formazione dei genitori dei bambini dell’oratorio. Un posto di riflessione autogestita, dove ci si confronta, si scambiano le esperienze e si trovano delle soluzioni in gruppo. I cineforum possono servire anche a questo.

 

Strumenti concreti. Materiale.

Sarebbe fondamentale dotarsi di:

  • Colori, pennarelli, pennelli, tempera e acquarello, fogli da disegno, pacchetti di Das.
  • tappeto di plastica grande per sedersi per terra.
  • Strumenti per suonare, riproduttori, CD.
  • Materiale di gioco da tavolo del tipo nuovo, Hotel,  Scotland Yard, Cruciverba,  con i quali si può giocare in

gruppo da tre a sei persone.

  • Dama, scacchi, dama cinese, cruciverba, quotidiani, giornalini, fumetti.
  • DVD per il cinema.
  • Armadio dove poter riporre tutto il materiale, una volta usato, con serratura.

 

Cartelloni da  attaccare  nelle stanze:

Cardini formazione alla vita

 

  • Accoglienza              Essere aperti a..
  • Amicizia                   Essere con …
  • Verità.                      Essere sinceri…
  • Semplicità e umiltà.   Essere veri..
  • Fedeltà.                    Essere sempre..
  • Condivisione             Essere insieme…
  • Unità                        Essere tutti…
  • Servizio                    Essere per…

 

 

Immagini:

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Salvatore

Chi è Dio.

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Il Salvatore.

 

Se non vuoi Dio,  scegli il male.      E il male, ti fa male. Ti distrugge, ti rovina, cancella te, non cancella Dio.   Ti rode, ti corrode, ti chiude il cuore.   E lo fa diventare una pietra.

Hai bisogno di essere salvato.  Da solo non ce la fai. Ci caschi sempre. Da solo non puoi, sei troppo fragile.  Hai bisogno di essere salvato da  tutto il male.   Solo un Dio lo può fare.

                           Ecco viene Dio, a salvarti.     Viene il Salvatore.   Il Figlio di Dio. Gesù Cristo.                                                                                                      Gesù significa,  Dio salva.

                    Il Padre lo ha mandato.   Il Figlio lo ha incarnato.  Lo Spirito Santo lo ha compiuto.

 

                                                                       1°    ____________________________

  • Chi è il tuo Salvatore?                           2°    ___________________________

  Fai un elenco:                                                3°   _____________________________

                                                                       4°  _____________________________

 

( Es. Dio Salvatore.  Gesù Cristo, il Figlio di Dio.   Chi ti salva dal male.  Chi vince la cattiveria.  Chi lascia tutto,  per venire a salvarti.  L’amico che dice che viene, ma poi non viene. Quello che non capisce. Quello che non vuole.  Quello che ti lascia solo.  Quello che lo fa, solo per farsi vedere. Quello che lo fa, solo per gli altri.  Quello che fa finta di salvarti.  Quello che sogni, ma non esiste. Quello dei film.  Quello per finta. L ’eroe delle favole.  L’eroe dei racconti, ma che non c’è. ecc….)

 

 

  • Chi, ti salva,  veramente?   
  • Chi ti salva, per sempre?
  • Chi, ti salva da tutto il male?                                                         
  • Chi ti salva, dalla morte?
  • Chi ti fa risorgere?                  

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

 

Amore

Chi è Dio.

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È  Amore.

               Poteva starsene da solo, Dio.   Ma è Amore,  e l’amore non sta chiuso.  Si apre e si dona.

                  Il Padre ama il Figlio.   Il Figlio è l’Amato,  e  lo Spirito Santo  è   l’Amore che li unisce.

         Si dona, anche fuori di sé.     E  ha fatto te,  per darti il suo amore.   E aspetta che lo ami anche tu.

 

                                                                          1°    ____________________________

  • Per te, chi ti ama più di tutti ?                   2°    ___________________________

Fai un elenco:                                                     3°   _____________________________

                                                                         4°  _____________________________

 

( Es. Dio Amore. Chi da la propria vita per te. Chi diventa povero, per te. Chi viene da te per primo. Chi  ti ama gratis. L’amico che ti dice che ti vuole bene, ma poi ti tradisce. L’amico che fa finta di volerti bene. Quello che ti da il bene, ma vuole in cambio delle cose. Quello che ti usa. Quello che ti compra. Quello che vuole bene solo a se stesso. ecc…)

 

  • Chi, è l’Amore?
  • Dove lo trovi?
  • Quanto è grande?
  • Quanto ti costa?
  • Quanto dura?

 

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

Lo Spirito Santo

Chi è Dio.

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Lo Spirito Santo.

                                    È la terza Persona della Trinità.    Con il Padre e il Figlio,   è Dio.

È lo Spirito di Dio.    È l’Amore di Dio.    È l’Amore del Padre, e del Figlio.  E procede,  viene,  dal Padre,  e dal Figlio.

È la forza di Dio.   È la sapienza di Dio.   È il  Consolatore.  È il tuo Avvocato presso Dio.   È colui che intercede per te,   presso Dio,  notte e giorno.

È  lo Spirito di Verità.    È la Verità.      È quello,  che ti parla di Dio.    È quello che ti rivela Dio.    Te lo fa capire.  Te lo fa sentire.     Te lo porta.

 

 

                                                                          1°    ____________________________

  • Chi è, lo Spirito Santo?                            2°    ___________________________

  Fai un elenco:                                                   3°   _____________________________

                                                                          4°  _____________________________

 

 

  • A che mi serve?
  • Che fa?
  • Posso fare senza?
  • Chi mi parla di Dio?
  • Chi mi porta, Dio?     

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni discuti e scrivete la risposta insieme.

 

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

Il Figlio

Chi è Dio.

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Il Figlio di Dio.

                     Gesù Cristo è il Figlio di Dio.   La seconda persona della Trinità.   Unico Figlio di  Dio.

            Non è stato creato,  ma è stato generato.   È venuto dal Padre.   Ha la stessa sostanza del Padre.

                                                        È Dio anche lui.  È il Signore anche lui.                                                                                                           Sta alla destra del Padre,  da sempre e per sempre.

Il Padre ha creato tutte le cose  per mezzo di lui,  e in vista di lui.  Tutte le cose visibili e invisibili hanno avuto inizio da lui,  e a lui ritornano.  Tutte.    Anche tu.

 

Si è incarnato, è disceso dal cielo,  per salvare tutti gli uomini.   Anche te.    Si è fatto uomo, ma è rimasto Dio.    Lo hanno crocifisso.

Sulla croce,   ha vinto,  e sconfitto tutto il male,   tutto il peccato del mondo,   passato, presente,  e futuro.   Una volta per tutte.   Anche il tuo.    Solo un Dio  lo poteva fare.      Se sei in lui, ti puoi salvare.

Poi  è risorto,  ha ripreso la sua vita,  perché è Dio.    È asceso al cielo,  e ha riaperto la strada del cielo.  Anche per te.      È ritornato alla destra del Padre.  Per riportarti al Padre.  Perché senza di lui, non ci puoi stare.  Perché da lui sei venuto,   e a lui devi tornare.

Nella Pentecoste,  è Gesù,  che ha dato lo Spirito Santo ai suoi apostoli.  Alla sua chiesa.      Per darlo anche a te, nei sacramenti.    Nell’ Eucarestia,  ti  da il suo corpo  vivo e vero.   Per stare con te sempre, ancora,    vivo e vero.    Con tutta la Trinità.

    Tornerà alla fine dei tempi,  a giudicare  i vivi e i morti.  E farà risorgere non solo la tua anima, ma anche il tuo corpo.  Per sempre.

 

 

                                                                          1°    ____________________________

  • Per te, chi è  Gesù Cristo?                       2°    ___________________________

  Fai un elenco:                                                   3°   _____________________________

                                                                         4°  _____________________________

 

  • È stato creato?
  • È vero Dio?
  • È solo un uomo?
  • È solo un racconto?
  • Perchè  è morto?
  • È  veramente risorto?
  • Adesso dove  sta?

 

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

 

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

 

Il Padre

Chi è Dio.

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Padre.

                                                        È la prima Persona,   della Trinità.

                           E il Padre nostro.   Il  Padre di tutti.     Perché lui, ha fatto tutte le cose.

                  Ha fatto tutti i papà e le mamme.    È il  Padre, dei papà e delle mamme, e dei nonni.

                                 È il primo Padre.    Quello che è venuto prima di tutti i papà.

      Il  Padre,  che c’è sempre.    Il  Padre che ti ama sempre,   che ti ascolta sempre.    E non ti lascia mai.

 

 

                                                                        1°    ____________________________

  • Chi è il Padre più grande?                       2°    ___________________________

  Fai un elenco:                                                  3°   _____________________________

                                                                        4°  _____________________________

 

 

  • Quanti figli ha?                                                         
  • Quanto è grande,  la sua famiglia?
  • Dove sta?
  • Quanti fratelli hai ?                     
  • La tua famiglia, sta dentro la sua?

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

 

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

Trinità

Chi è Dio.

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Trinità.

Un unico Dio,   in tre Persone. 

Il Padre,  il Figlio,  e lo Spirito Santo.     Sono tre Persone distinte,  ma tutte  sono  un solo Dio.

Come il triangolo.  Ci sono tre lati e tre angoli, ma il triangolo è uno solo . Ogni angolo è diverso dagli altri,  ma tutti fanno  un triangolo solo.

Così  il Padre,   il Figlio, e lo Spirito Santo,   sono diversi tra di loro,    ma sono tutti nella stessa sostanza di Dio,    e insieme fanno un solo Dio. 

    Dio è   Trinità.

 

  • Quanti  Dio,   hai tu?                                  1°    ____________________________

                                                                             2°    ___________________________

Fai un elenco:                                                        3°   _____________________________

                                                                             4°  _____________________________

 

(Es.  Un unico Dio.  I soldi.  Tanti soldi. Calciatore. Cantante. Attore. Film. Tv. Pallone. Squadra del cuore.  Il vestito firmato.  Il cellulare più nuovo. Il computer. I giochi.  I punti dei giochi. Giocattolo. I cartoni animati.  Videogioco. Le App sul cellulare. Wii di Nintendo.  Mangiare, patatine, cioccolata. Gli amici.  Quello che dicono gli amici. La bellezza. L’altezza. I capelli. Le cose preziose. ecc..)

 

 

  • Chi, adori?
  • Chi porti sugli altari?
  • Chi, o che cosa , veneri?
  • Davanti a chi, ti inginocchi?
  • Chi ti fa,  brillare gli occhi?

 

 

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

 

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

Io sono Colui che sono

Chi è Dio.

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Io sono Colui che sono.

                       

                       Lo ha detto Dio, chi è.     È,  Io sono, Colui che sono.   È un Essere.   È di più, di esistere.                       È di più, di vero.  Sta dentro al vero.   Senza l’ Essere,  il vero non c’è.    Non esiste.     Non esiste nessuna cosa.                                                          Non esistono tutte le cose.  Neppure tu.                                                                               E lui è l’ Essere  Perfettissimo.  Il più Perfetto di tutti.    Di meglio non c’è.   Di più, non c’è.

               È un   Io sono.    Non è amorfo, impersonale, pura energia, senza volto, senza pensiero, senza cuore.                    È un  Io sono.    È come una persona.  È vero e vivo.  Ha un pensiero, una volontà, un cuore, un volto.                   Può sentire, vedere, amare.  Può scegliere, decidere, fare.     E tutto quello che pensa, fa, e dice,   diventa vero.                                                            Perché lui  è  la Verità,   in Persona.

 

 

                                                                              1°    ____________________________

  • Il  tuo Dio, chi è?                                         2°    ___________________________

Fai un elenco:                                                          3°   _____________________________

                                                                              4°  _____________________________

 

(  Es. il Dio che ha detto a Mosé: Io sono Colui che sono. Sei tu Dio. Chi vuoi tu. Lo decidi tu, chi è.   Deve stare bene a te. Deve stare al tuo servizio. Deve servirti. Deve adorarti. Deve fare quello che vuoi tu. Deve essere come te. Deve essere come tu vuoi. E’ un pensiero. una idea,  una statua, una foto, una immagine, una scena di un film.  I soldi. Il cellulare. La tv. Un attore. Un cantante. Gli amici. Quello che dicono gli amici. Il numero degli amici. La gente. Quello che pensa la gente. ecc.)

 

  • Il tuo Dio,  è vero?
  • Il tuo Dio,  è vivo?
  • Il tuo Dio, ti ascolta?
  • Il tuo Dio, ti ama?
  • Il tuo Dio, ti aiuta?
  • Sta sempre con te?

 

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

 

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.