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Catechismo della Chiesa cattolica per bambini.
Concetti di base, spiegati in modo semplice e chiaro, adatto ai bambini e ai ragazzi.
Per i genitori e per i catechisti.
Autore. Testo originale di Maria Grazia Vallorani, consacrata dell’Ordo Virginum e psicologo-psicoterapeuta.
Testo riproducibile, con l’obbligo di citare l’autore. Vietata la pubblicazione a fini di lucro.
Formare alla carità
Formare alla carità.
Dobbiamo fare quello che faceva Gesù. Gesù incontrava i malati, le persone sole, tristi, povere, per consolarle per sollevarle, per sanarle. Senza l’incontro con il povero e il malato, la fede non è fede. E’ regola, è abitudine, è apparenza, è compromesso. Senza l’incontro con il povero e il malato, il Signore non passa.
Se chi soffre si sente accolto in modo gratuito, sincero, senza averlo chiesto, sente che veramente lo sta cercando Dio. Perché è Dio che parte per primo. È Dio che ama per primo. E noi lo dobbiamo testimoniare così. Non si deve aspettare che il malato ci chiama. Lui non lo fa per non sentirsi dire di no. Per questo dobbiamo andare noi a cercarlo, dobbiamo decidere noi di andare a trovarlo.
Andare a due a due, come gli apostoli, in segno di comunità, per aiutarsi. Due adulti o due giovani che possono prendere in adozione un malato, che seguono, che custodiscono, come un fratello. Dobbiamo fargli sentire che lui è nel nostro pensiero, è nel nostro cuore. Deve sperimentare che il suo dolore è prezioso, è la nostra ricchezza, è il nostro tesoro, è Dio tra di noi.
Chi sta per morire in particolare, deve sentire, deve vedere, che la comunità è presente. Non può morire senza l’abbraccio di qualcuno. Non può morire senza qualcuno che gli porta Dio, che gli parla di Dio, che lo prepara all’incontro con Dio. Non si possono far morire le persone senza sacramenti, senza un sacerdote, senza la confessione e l’estrema unzione, che aiuti, sostenga nel dolore, nella angoscia per la malattia e per la morte.
Bisogna impostare una rete, un sistema che accolga e dia priorità a questo. Bisogna pensarci prima.
Siamo bravissimi a organizzare funerali, siamo presenti tutti ai funerali. Dopo la morte. Ma conta esserci prima. Prima la persona è viva, prima possiamo fare ancora qualcosa. Possiamo essere con lei, Chiesa, uniti, per portarla in Paradiso.
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La Comunione
Eucarestia o Comunione.
L’ Eucaristia è un sacramento. Che si può fare tante volte. Eucaristia è rendere grazie al Padre, per il dono di Gesù. Comunione. Unione con Gesù, vivo e vero, nell’ostia consacrata.
Liturgia dell’eucarestia (Messa).
Liturgia della parola.
È la parola di Dio, e la parola di Gesù. Che ti parla, che ti fa capire, che ti spiega. Da sentire, anche con il cuore.
È come quando, prima conosci quello che una persona, ha scritto, ha detto, ha fatto. E poi la incontri, dal vivo. È come un antipasto, in un pranzo. C’è la prima portata, la seconda . Ma il piatto forte, viene dopo. È come un annuncio di un maggiordomo. Ti dice chi sta per arrivare, ti dice chi è, che cosa fa, perché. Te lo presenta. Ma poi arriva lui, in persona.
Liturgia eucaristica.
Prima le parole, ora ci sono i fatti. Il sacerdote, con le sue mani consacrate, invoca Dio Padre, e lo prega di mandare il suo Spirito, per santificare il pane e il vino. E comincia il miracolo. Lo Spirito Santo viene e porta Gesù.
E Gesù viene. Viene veramente in quel momento e in quel posto. Viene, e nella consacrazione, soffre di nuovo, muore di nuovo. Si rinnova, si ripete, diventa vera e viva, la sua passione, e morte. E tu, in quel momento, sei li davanti a quella croce. E succede tutto quello che è successo allora.
È il sacrificio del Figlio di Dio, che offre se stesso al Padre, per salvarci dal male e dalla morte. Davanti al sangue del Figlio di Dio, versato sulla croce per te, si scuote la terra, trema l’universo. Si apre il cielo. Si spalanca il cielo. E tutto il Paradiso è ora li, davanti a te. Sopra di te. Ancora. Ora. E ci sta il Padre e lo Spirito Santo. Scende la grazia di Dio, si riversa la grazia di Dio sulla terra e su di te. Ancora. Ora. E, come allora si sono aperti i sepolcri e risorgevano i morti, così le anime del Purgatorio, vengono liberate, e subito volano in Paradiso. E sopra di te e con te, ci sono gli angeli e i santi che cantano e lodano il Padre. Ancora. Ora.
È quel corpo donato. È quel sangue che esce dal suo costato, che diventa corpo e sangue.
È il sangue e l’acqua che escono dal suo cuore. È il suo cuore, in carne e in sangue, che viene. E si incarna nel pane e nel vino.
È Gesù che cambia quel pane e quel vino, e li fa diventare, il suo corpo e il suo sangue. È Gesù che, nel sacerdote e con il sacerdote, rende grazie al Padre, li benedice, e dice ancora: Questo è il mio corpo, prendete e mangiate. Questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per voi. Che ti salva. È l’alleanza, che ti unisce a Dio Padre.
E il pane e il vino è cambiato. È cambiata la sostanza, la parte di dentro, ed è rimasta uguale la parte di fuori, quella che si vede. Vedi la stessa cosa, ma non è più quella. È diventata un’altra cosa.
È come un regalo, che è stato incartato. Dentro è cambiato il regalo, ma la carta che si vede fuori, è la stessa. È come una persona, che ha un vestito. È cambiata la persona, ma il vestito è rimasto lo stesso. È come un computer. Dentro è stato cambiato tutto il programma, ma fuori è sempre lo stesso. È come un dolce. Fuori ha la stessa forma, lo stesso colore, lo stesso sapore. Ma quello che c’è dentro, è un altro cibo.
E quello che c’è dentro ora, è una sostanza. Non è una ipotesi, un pensiero, un’idea. È una cosa vera, reale, sostanziale. Presente e attuale. È il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù. Risorto e intero. E vivo e vero.
È un Dio vivo e vero, che viene per te. E viene in te. Per stare con te. Per unirsi a te. Per questo si chiama comunione. Che significa unione – con. È la tua unione con Gesù. Con Dio vivo e vero. E con il Figlio, viene il Padre. E dimorano in te, e tu in loro. Pensa, sei in loro, e loro sono in te. E tu non sei più quello di prima. Sei diventato, Tempio di Dio.
Non sei unito solo a Gesù. Gesù ti unisce anche, a tutti quelli che sono uniti a lui.
E tu, come un chicco di grano, insieme agli altri chicchi, diventi pane. E tu, come un chicco di uva, insieme agli altri chicchi, diventi vino. Diventi una cosa sola con loro, in Gesù. Nel corpo mistico di Gesù.
Una cosa sola con la chiesa terrestre.
E con la chiesa celeste.
Eucarestia o Comunione. Pdf. (Clicca sulla riga)
Ordine sacro
Ordine sacro.
L’Ordine Sacro è il sacramento del ministero apostolico. E’ il sacramento che ordina un uomo, ministro di Dio, per continuare la missione di Gesù, affidata agli apostoli.
Elezione.
Dio ti ha scelto. Dio ti ha eletto, prediletto, da prima del mondo. Ti ha chiamato, santificato, da prima del mondo.
È Gesù che ti viene a cercare. Come gli apostoli. Ti incontra, mette i suoi occhi nei tuoi, il suo cuore nel tuo. E ti chiama per nome. E dice anche a te: Seguimi !
Ora il Vescovo, ti chiede la risposta. E la tua risposta risuona nella terra e nei cieli. Si, vengo Signore, a fare la tua volontà. Si, ad annunciare la tua salvezza. Si, ad amministrare i tuoi sacramenti. Si, a pregare il Padre. Con te, in te, per te. E come te.
Imposizione delle mani.
Come nella Pentecoste. È Gesù che ha dato lo Spirito Santo, agli apostoli. Dopo che è risorto, ha alitato su di loro il suo Spirito. Lo ha effuso su di loro. E lo Spirito Santo è venuto a posarsi sul loro capo. E come loro lo hanno ricevuto, così solo loro, lo possono passare a te.
Il vescovo e i sacerdoti, i successori degli apostoli, ti impongono le loro mani sul tuo capo. Ti passano lo Spirito Santo, che è sceso sul loro capo. E anche sul tuo, discende la fiamma di fuoco della Pentecoste.
In quella fiamma, ci sono le mani del Padre e del Figlio. Le mani di Dio, sul tuo capo. E dicono: “Tu mi appartieni”. Tu stai sotto la protezione delle mie mani. Tu stai sotto la protezione del mio cuore. Tu sei custodito nel cavo delle mie mani. Rimani nello spazio delle mie mani, e dammi le tue.”
Preghiera di consacrazione.
Il Vescovo invoca lo Spirito Santo su di te. E lo Spirito Santo viene, e ti consacra. Ti fa sacro. Dedicato a Dio. Riservato a Dio. Di Dio. Ordinato di Dio. Incardinato in Dio.
Vestizione.
Le vesti segnano, indicano, annunciano quello che è avvenuto dentro di te. Lo rendono visibile. Tu sei un presbitero. Ministro di Dio. Sacerdote di Dio.
Unzione crismale
Ora il Vescovo unge con l’olio crismale le tue mani. Dio Padre unge te, con lo Spirito Santo, e ti fa diventare conforme a Gesù. Lo Spirito Santo tocca il palmo delle tue mani, e imprime, sigilla, incide, le mani di Gesù. Diventano le palme delle mani di Gesù risorto, con le ferite. Diventano il cavo dove risiede il cuore di Gesù, trafitto. Diventano il posto dove Gesù rinnova il suo corpo e il suo sangue, risorto. Diventano le mani di Gesù, che te lo donano.
Consegna del’ostia e del vino con il calice e la patena.
Il Vescovo ti consegna il pane e il vino. Ora sei pronto al sacrificio eucaristico. Ma anche la tua vita deve diventare un sacrificio eucaristico.
E anche tu devi diventare come Gesù.
Come Gesù.
Sacerdote.
Gesù è il primo, l’unico, grande sacerdote. È il ponte tra Dio e il suo popolo. Quello che lo unisce al suo Dio. Quello che lo aiuta a lodarlo e ad amarlo. E tu lo sei, in lui.
Ministro.
Gesù è l’unico è il vero ministro del culto. È lui che nell’eucarestia, cambia il pane e il vino. È lui che nella confessione, rimette i peccati. È lui che celebra i sacramenti. È lui che ti salva. Tu lo rappresenti. Tu gli dai le tue mani, il tuo volto, il tuo cuore. Che devono far trasparire, il suo.
Maestro.
Gesù è l’unico, il solo, il vero Maestro. Non ce ne sono altri. Anche tu lo sei, solo se sei in lui, con lui, e come lui. Se è il tuo maestro. Se metti in pratica quello che dice. Diventi esempio vivo. Gesù vivo. E ti seguono. Perché seguono lui, in te.
Pastore.
Gesù è l’unico e il solo pastore. Non ce ne sono altri. Se lo ami, solo se lo ami, puoi pascere le sue pecore. Insieme a lui, puoi prenderti cura dei suoi agnelli. Ti fai aiutare da lui, a non perderli. Insieme a lui li vai a ritrovare. E a salvare.
Padre.
Uno solo è il Padre che è nei cieli, Dio Padre. Solo il Figlio lo conosce. Solo in Gesù, puoi diventare anche tu padre di tanti figli. Di tutti i figli che Dio, ti ha dato da custodire. Con i suoi occhi li guardi. Con le sue braccia li consoli. Con il suo cuore, li ami.
Guida.
Gesù è l’unica, vera guida. Non andare dietro a falsi profeti. Non far contare altri, più di Gesù. Non li mettere davanti a Gesù. Al posto di Gesù. Prima di Gesù. Se hai Gesù come unica guida, diventi guida anche per gli altri. Lo sentono che quello che li guida, è Gesù, dentro di te. Più forte di te. Più importante di te. E ti seguono. Perché seguono lui.
Servo.
Gesù era Dio. Ma si è fatto servo di tutti. Per portare Dio a tutti. Per insegnare dove sta Dio. Lo rappresenti, se scendi dal tuo piedistallo. Se scendi dal tuo trono. Se diventi piccolo, tra i piccoli. Povero, tra i poveri. Semplice, tra i semplici. Stare con loro, tra di loro. Andare da loro. Non lasciarli soli. Condividere con loro la fatica, i timori, il cuore. Per servire Dio, che si trova in loro. E ti aspetta in loro.
In preghiera
Gesù ha insegnato a pregare. In solitudine pregava il Padre. Parlava con il Padre. Gli apriva il cuore. Lo amava. Insieme a lui lo puoi fare, con lui lo puoi vivere. Da lui ti fai aiutare. Se lo incontri il Padre, il tuo volto si rispecchia nel suo. E il suo, si rispecchia nel tuo. E ti rimane impresso, anche quando hai finito di pregare. E chi ti incontra, guardando il tuo volto, potrà dire: Ho incontrato Dio.
Apostolo
È Gesù, che ti manda a continuare la missione che gli ha dato il Padre. Salvare il mondo. Salvare i suoi figli dal male, dal peccato e dalla morte. E tu, come gli apostoli, vai.
A portargli il Salvatore. Il Figlio di Dio che li libera dal male, e gli rimette tutti i peccati. A portargli Gesù risorto, che gli da la vita eterna. E li riporta al Padre.
E sei apostolo. Sei testimone. Sei annuncio vivo.
Solo se tu sei con Gesù, in lui e come lui, e lo Spirito Santo è con te, gli altri ti ascoltano. Ti capiscono. Ti sentono. E i loro cuori si aprono. E ti seguono.
Sacramento Ordine sacro. Pdf. ( Clicca sulla riga)
L’ annuncio
Annuncio degli adulti agli adulti
Gli adulti e i giovani nel gruppo della catechesi si sono formati. Hanno fatto esperienza di Dio, lo hanno vissuto insieme, nella parola, nella vita e nei sacramenti. Ora sono diventati a loro volta innamorati di Dio. Ora lo Spirito Santo riempie anche il loro cuore e trabocca e si espande al di fuori e passa agli altri. E annuncia il Signore. È lo Spirito Santo che lo annuncia attraverso di noi. Noi siamo il ponte, i piedi, le braccia, le mani, la voce, il cuore, ma è lui che parla di Dio agli altri cuori. È lui che lo annuncia. È lui che lo rivela. È lui che lo testimonia.
Cosa possiamo fare per essere ponte? Come ci ha detto Gesù. Come faceva lui.
Con la propria vita.
Se non s’incarna nella mia vita, lo Spirito Santo non è mai entrato. Se non diventa fatto, opera, azione, non è mai passato. La gente guarda quello che faccio e come lo faccio. Quello che faccio, è la prova del nove della fede. È la verifica, è la conseguenza della presenza reale di Dio. Fare come Gesù. Decidere, scegliere, agire, come Gesù, veramente, concretamente, totalmente. Se non ci sono i fatti, le parole rimangono vuote e anche il cuore mio e degli altri. Non toccano il cuore mio e degli altri. Rovinano il cuore mio e degli altri.
Insieme.
Da solo non ce la faccio. Almeno in due, perché due sono i testimoni che garantiscono una verità. In due ci si aiuta, ci si confronta, ci si sostiene. Meglio in gruppo, come comunità, come popolo di Dio, come Chiesa. Insieme a un sacerdote o di un religioso. Insieme e sostenuti dalla chiesa locale e diocesana. Andare insieme per le strade, in mezzo alla gente, come Gesù con gli apostoli.
Uniti.
Amarsi veramente, aiutarsi veramente. Come figli dello stesso Padre, come fratelli della stessa famiglia di Dio. Condividere la fatica, il dolore, le difficoltà. È l’amore tra di noi, che ci fa riconoscere discepoli di Cristo. È l’amore, l’unione, la compassione tra di noi, che ci fa annunciare Gesù Cristo. Allora annunciamo il corpo mistico, ripieno dello Spirito Santo. Allora la gente che ci guarda, si sentirà attratta dalla realtà che viviamo. Perché vede in quella realtà una dimensione divina. Perché sente in quella realtà, la presenza viva di Gesù Cristo risorto, che attrae a sé tutte le cose. È lui che la chiama, è lui che la accoglie, è lui che la ama.
A fare.
Insieme a fare quello che faceva Gesù. Ad annunciare la salvezza agli ultimi, ai più piccoli, ai più dimenticati. A trovare negli istituti, i malati che non hanno più nessuno. I bambini dimenticati, anche dai loro genitori. Gli anziani rifiutati, isolati, accatastati, come se fossero già morti. A trovare carcerati, che non ricevono nessuna visita. A difendere chi ha subìto un’ingiustizia. A casa delle persone sole, abbandonate. Negli ospedali a trovare quelli che non hanno nessuno che li aiuta. A portare il cibo, vestiti, a persone povere che non li chiedono. A donare alle persone umili, delle cose che ci appartengono. A sostenere i bambini disagiati. A prendersi cura dei bambini malati. A lottare con forza per la giustizia, la solidarietà e la cura dei poveri, dei deboli e dei malati. Per portare scuole, lavoro, case dignitose, nelle zone emarginate.
Pregare.
Pregare insieme. Come gli apostoli con Gesù. Pregare il Padre con Gesù. Pregare davanti a Gesù Eucaristia. In silenzio. In un silenzio pieno del battito del proprio cuore. In un silenzio dove i battiti di tutti i cuori insieme, parlano a loro Dio, cantano e danzano insieme, per il loro Dio. Pregare nelle chiese, di notte. Ma anche fuori della chiesa, come segno, come presenza di Dio nel mondo. Nelle spiagge, nelle piazze, nei giardini, nella casa di un malato, nella casa di riposo, nell’istituto per bambini, nelle carceri, nei centri delle donne violentate, nei gruppi degli alcolisti, nelle comunità per tossicodipendenti, nel centro per anziani, nella fabbrica, negli istituti di pena per minori.
Portare.
Nei loro modi. Nel loro luoghi, nei loro interessi. Parlare il loro linguaggio, per farsi capire. Come faceva Gesù che usava le parabole e i simboli. Proporre argomenti di spiritualità, dimenticati, negati, rifiutati dal mondo. Come: anima, fede, Dio, Gesù Cristo, vita eterna, paradiso e angeli, dolore e malattia, amore e fedeltà, giustizia e dipendenza, verità e falsità, povertà e ricchezza, umiltà e dominio, essenza e apparenza, coppia e matrimonio, castità, vocazione. Discuterli insieme con l’aiuto e l’assistenza di un sacerdote o di un religioso o di un teologo. E poi rivederli alla luce della parola di Dio. Illuminati dalla parola di Dio. Vivificanti da Dio. Come dono di Dio.
Presentarli con:
- Mostra. Una mostra di foto o di video su quell’argomento. Una mostra di disegni, pitture, sculture. Una mostra di poesie scritte su quel tema.
- Letture. Un incontro dove viene proclamata la parola di Dio. Salmi o Vangelo, che si riferiscono a quell’argomento. Nel posto che lo riguarda. Dove vengono lette poesie sull’amore di Dio. Racconti di fatti della Bibbia. Raccontare i fatti del vecchio testamento, in modo semplice, chiaro e anche con immagini, in diapositive proiettate. E poi fare una discussione in gruppo di quello che è stato recepito.
- Scritti. Invitare le persone a scrivere una lettera a Dio, sull’argomento proposto. Invitarle a scriverla tutte le volte che ne hanno bisogno. Ad entrare in una relazione vera e concreta con Dio. Ad aprire il proprio cuore a Dio. Con una lettera. Anche con un diario dove scrivere ogni giorno a Dio Padre. Raccontare ogni giorno a lui quello che ci succede nel cuore. Dove mettere tutti i movimenti del cuore per lui, verso di lui, in lui. Un luogo, un posto, dove ritrovarsi in lui alla fine del giorno. Le lettere a Dio possono rimanere private. Ma se qualcuno volesse una risposta o delle preghiere, si può organizzare una rete di religiosi, religiose, conventi , consacrati, sacerdoti, direttori spirituali, che sono disponibili ad accogliere le lettere e a rispondere. Che sono disponibili a una paternità e a una maternità spirituale.
- Cineforum . Con un film su un argomento. Puoi aprire una discussione in gruppo. Per capire il significato, i simboli, il messaggio, l’esperienza emotiva individuale e collettiva.
- Teatro. Proporre uno spettacolo teatrale, con un video , su un argomento della Bibbia o del Vangelo. Vedi: Teatro biblico. Discutere insieme l’argomento e il messaggio per sé e per il mondo.
- Gioco. Andare in un pub e divertirsi in modo semplice spontaneo. Dimostrare come ci si può divertire modo semplice e spontaneo, con giochi semplici, scacchi, dama, shanghai. Senza bere alcolici. Cantare suonare insieme canti simpatici, belli, gioiosi e spontanei. Canti e musica pieni di ritmo, ma anche melodici. Portare le chitarre, violino, tastiera e cantare. Suonare il sottofondo di una poesia con contenuto spirituale profondo, che parla di Dio e con Dio.
- Canto e musica. Inventare un canto nuovo, con musica nuova, con le parole del Vangelo. Con le parole di una poesia a Dio, con le parole di una preghiera a Dio. Con musica in sintonia con l’esperienza, immersa nell’esperienza dei giovani. Canzoni nuove su musica rock, rap, break dance, anche da danzare. Quel contenuto così, entra, insieme al ritmo, nel cuore. Entra nella vita concreta. Non si perde. Non si dimentica più.
- Danza. Danzare un nuovo ballo, con movimenti nuovi, adattati a lodare il Signore. Accompagnati con della musica di un DVD, con contenuto religioso. Inventare una danza nuova, con nuove mosse di gruppo. Muoversi insieme come gruppo. Danzare cantare insieme, un inno di gloria al proprio Dio. Come un gospel. Si può fare anche in una piazza, nei giardini pubblici, i ragazzi che passano, si possono associare. Si può fare in una casa di riposo, e gli anziani possono ballare. Si può fare con i bambini, e insegnargli a lodare con il corpo, con il canto, con la gioia, il loro Signore. Poi suonare qualcosa insieme.
- Oggetti e libri. Proporre un luogo fisico fisso o mobile, dove si vendono oggetti religiosi. Un posto, dedicato a Dio, che parla di Dio. Statue, immagini, dipinti, quadri, collane, tutto con soggetti religiosi. Libri, con argomenti spirituali. Un posto dove si possono portare le iniziative. Proposte di incontri, proposte delle mostre, proposte di canti e musica religiosa in CD e DVD. Filmati, video, film, con contenuti religiosi. Video delle esperienze fatte dal gruppo. Video elaborati dal gruppo su alcuni argomenti di vita concreta. Pubblicità di blog e di twitter del gruppo.
- Blog e internet. Fare un blog su Internet, in cui si mettono tutte le iniziative e tutte le esperienze del gruppo. Le esperienze spirituali. In cui si propone di fare un cammino, un percorso come il proprio gruppo. In cui si propongono anche altre possibilità con gli altri movimenti. Dove si possono vedere i video delle esperienze fatte dal gruppo. I video elaborati dal gruppo su alcuni argomenti di vita concreta. In cui si spiegano le iniziative più importanti della chiesa e i contenuti più importanti della fede.
- Twitter. Creare un gruppo collegato, organizzato, dove si passano contenuti solo spirituali. Le iniziative del gruppo, della parrocchia. Anche quelli del papa e della Chiesa.
- Internet. Fare un sito per collegare tutte le iniziative della diocesi sui giovani, per farle conoscere anche a tutti gli altri. Mettere tutto in rete, per confrontarsi, per aiutarsi, per sostenersi, arricchirsi. Creare unità, nella diversità. Fare un altro sito specifico per gli adulti. Riguardo le famiglie, le coppie, il lavoro, l’immigrazione. Mettere in rete, collegare, riunificare, organizzare, tutte le iniziative riguardanti la solidarietà, la cura della povertà, della malattia, e dell’emarginazione. Per poter riportare anche le notizie più recenti e più importanti al riguardo. E le notizie buone.
Celebrare.
Celebrare la messa insieme a tutti quelli che hanno vissuto quella particolare esperienza. Invitarli a incontrare direttamente il Signore. Se possibile anche sul posto. Nel carcere, nella casa di riposo, nell’istituto, nella fabbrica, nella casa del malato, nella comunità, nella casa famiglia, nella palestra. Allora il Signore rimane in quel posto. Il Signore santifica quel posto, quel momento, quei cuori.
Allora passa l’annuncio della salvezza incarnata. L’annuncio che il Figlio di Dio è venuto sulla terra, per salvare tutti gli uomini e riportarli al Padre.
La Confessione
La confessione.
Cosa è il peccato.
La fede è dire di si, a Dio.
Come quando dici a un amico, “Si, sono tuo amico”. Dopo ci stai insieme, ci parli, lo vedi sempre. Così con Dio. Ci stai insieme sempre, gli parli, gli dici quello che senti. Quello che pensi. Gli vuoi bene.
Ecco, il peccato è un’offesa che gli fai, un tradimento.
Peccato veniale. È quando l’offesa è piccola e non rompe il rapporto. Rimani amico. È come una ferita piccola a un dito. Non fa tanto male, e guarisce.
Peccato mortale. È quando l’offesa è grande. Si chiama mortale, perché fa morire l’amicizia. Fa morire il rapporto. Lo rompe, lo spezza. E fa morire la tua anima. È come una coltellata al cuore. Lo divide, lo spacca, lo spezza. E taglia anche il legame con Dio. Non sei più unito a lui. Non sei più, con lui.
Non è Dio che è andato via. Sei tu che sei andato via da lui. Non è Dio che ti rifiuta. Sei tu che hai rifiutato lui. Tradito lui, con il tuo peccato. Cancellato lui, dalla tua vita.
Quale è il peccato.
Dio ha fatto un’alleanza con il suo popolo, e anche con te. Un patto. Come un patto di amicizia. Che ha 10 parole importanti dentro. Se non le vivi, se non le vuoi, se non le fai, il patto si rompe. L’amicizia si rompe. E l’amico non è più amico. E Dio non è più tuo Dio. Le 10 parole sono il Decalogo, i dieci Comandamenti. Il peccato è non rispettare Dio, e la sua parola. È non rispettare i patti. Ed è la rottura del patto. (Vedi Comandamenti).
Le leggi di Dio sono scritte nel cuore da sempre. Sono le leggi del cuore. E ti fanno stare bene il cuore.
Poi Gesù, il Figlio di Dio, ti ha dato il nuovo comandamento. “Ama Dio con tutto il cuore e il prossimo come te stesso”. L’amore conta. La mancanza di amore, il rifiuto dell’amore di Dio e dei fratelli, fa male. Il male che esce dal tuo cuore offende. Dio, i fratelli, e te stesso. (Vedi Comandamenti).
Peccato mortale. Se ci sono tutti e tre:
- Materia grave. Offesa grave. Contro Dio, e contro il prossimo. Contro i Comandamenti di Dio.
- Piena avvertenza. Sei in grado di capire. Sei in grado di ragionare. Ti rendi conto. Hai coscienza di quello che fai. Lo sai.
- Deliberato consenso. Hai la capacità di scegliere. Sei in grado di decidere. Puoi decidere. Lo vuoi.
Peccato veniale. Se c’è uno di questi due:
- Materia non grave. Offesa piccola.
- Non c’è piena avvertenza e deliberato consenso. Non avevi la capacità di renderti conto. Non eri cosciente. Non avevi la possibilità, e la capacità di decidere.
Sacramento della confessione.
Pentimento.
Se il rapporto con Dio si è rotto. Non bastano le scuse, non bastano le parole. È il cuore che conta. Come per l’amicizia.
- Se il tuo cuore è finto, se la scusa è finta, anche il rapporto diventa finto. E non torni amico.
- Se il tuo cuore è falso. Se ti interessa altro. Se vuoi altro. Non vuoi lui. E non torni amico.
- Se il tuo cuore è vuoto. Se non gli vuoi bene. Se non ti importa niente di lui. Se non c’è niente dentro, per lui. Non ci sei tu, e non c’è lui. E non torni amico.
Conversione.
- Se l’offesa che gli hai fatto, non ti ha ferito. Se non ti fa male. Se non senti dolore. Non sei pentito.
- Se il buco che hai scavato e dove sei caduto, lo hai lasciato lì, aperto, coperto, nascosto. E non lo hai riempito. Non sei cambiato. E non sei pentito.
- Se ti sei puntato. Se continui come prima e più di prima. A fare la cosa sbagliata. E non torni indietro. Se non hai girato. Non sei cambiato. E non sei pentito.
Riconciliazione.
La Confessione si chiama anche Riconciliazione, perché è fare pace. Tornare amici.Tornare insieme.
Dio Padre ti ha sempre voluto bene. Non ti ha lasciato mai. Ti ha sempre aspettato nella sua casa. È stato sempre alla finestra, per vederti arrivare da lontano. Ora ti vede e ti viene incontro. Ti apre il suo cuore, ti apre le sue braccia. Sei suo figlio, e sei tornato. Ti aveva perso, e ti ha ritrovato.
Confessione.
È inginocchiarti davanti a lui, è ammettere la tua colpa. È mettere il tuo cuore ferito dal peccato, nel cuore di Dio. Nelle mani di Dio. Tra le braccia di Dio. È lasciarti abbracciare da Dio. È abbracciare Dio. Ecco, la misericordia è il cuore di Dio, sono le braccia di Dio.
Assoluzione.
Ecco le mani consacrate del sacerdote, fanno scendere lo Spirito Santo. È lo Spirito di Dio, che viene e ti porta Gesù. Gesù ti lava la macchia del peccato. Ti libera, ti ripara, ti guarisce dal peccato, e da tutte le ferite che ti ha causato. A te e agli altri. E sei salvato. E sei guarito.
Penitenza.
Lo Spirito Santo, come un pittore, fa diventare quella macchia una figura nuova, una cosa nuova che prima non c’era. Un’opera d’arte. E ti fa diventare nuovo, e capace di riparare. Anche con la preghiera. Può arrivare lontano. Può arrivare dappertutto. Può tutto.
La confessione. Pdf. (Clicca sulla riga)
I 10 Comandamenti
I 10 Comandamenti di Dio
1. Io sono il Signore, Dio tuo.
È Dio. È il tuo Dio. Ti ha fatto, e gli appartieni. Sei suo. E lui è tuo. È il Signore. È la cosa più grande che c’è. E sta con te. Davanti a te. E tu stai con lui. In ginocchio davanti a lui.
Non è il tuo Dio. Quando non lo vuoi, come è. Quando lo vuoi come dici tu, come pensi tu, come piace a te. Quando te lo fai, per te. Quando lo rifiuti, lo neghi, lo rinneghi. Lo cancelli dalla tua vita. Quando lo dimentichi, lo abbandoni, non lo calcoli. Lo escludi dalla tua vita. Quando non ci credi. Quando lo prendi in giro, e prendi in giro chi crede a lui. Quando vuoi fare senza di lui. Quando per te, Dio non c’è. Neppure tu ci sei.
Non avrai altro Dio, fuori di me.
È l’unico Dio. È un solo Dio. Non ce n’è un altro, come lui. Non ce n’è un altro, prima di lui. Dopo di lui. Più di lui.
Non hai Dio. Quando ti fai un altro Dio. Quando al suo posto, ci metti un’altra cosa. Quando la metti prima di lui, più di lui, sopra di lui. Quando la adori, al posto suo. Quando ti metti al posto suo, e vuoi essere adorato, tu. Quando vai fuori di lui, a cercare un Dio che non c’è. Vai contro Dio. E contro di te.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
Il nome di Dio, non è solo un nome. È Dio. La bestemmia è come, se lo insulti, lo attacchi, lo minacci. È come un pugno chiuso verso il cielo. Contro Dio. È come uno sparo, verso il cielo. Contro Dio.
Lo nomini invano. Quando giuri in nome di Dio. Quando spergiuri in nome di Dio. Quando bestemmi contro Dio. Quando usi la bestemmia, per fare del male agli altri. Quando usi la bestemmia, per farti bello davanti agli altri. Quando ridi della bestemmia. Quando ti vanti della bestemmia. Quando la insegni gli altri. Quando ti arrabbi se non te la fanno dire. Quando ti senti il padrone della bestemmia. E il padrone di Dio.
3. Ricordati di santificare le feste.
La domenica è risorto Gesù. È la festa di Dio. Consacrata a Dio. Dedicata a Dio. Stai con lui. Vai a trovarlo nella sua casa. L’eucaristia è la festa del paradiso.
Non le santifichi. Quando non vai a messa. Quando ci vai per forza, per finta, per interesse. Quando non ci fai andare gli altri. Quando prendi in giro quelli che ci vanno. Quando vuoi levare Dio dalla domenica, e fai lavorare anche gli altri.
4. Onora il padre e la madre.
È l’onore che devi al padre e alla madre. Il merito di averti messo al mondo. Senza di loro non ci sei. È riconoscere il peso che gli spetta. È dargli il posto che gli spetta. Il posto d’onore.
Non li onori. Quando li metti sotto i piedi. Quando li comandi tu. Quando li tratti come schiavi. Quando li calpesti, perché non ti ubbidiscono. Quando li picchi, con calci e pugni. Quando li insulti e li minacci. Quando li ricatti. Quando ti vergogni di loro.
5. Non uccidere.
È far morire un altro. È levargli la vita, che gli ha dato Dio. È andare contro Dio.
Quando uccidi una persona. Un bambino che sta per nascere, con l’aborto. Ma anche quando distruggi un amico, fino a fargli venire la voglia di morire. Quando lo prendi in giro sempre, perché ti diverti a vederlo soffrire. Quando gli uccidi il cuore. Quando gli uccidi l’anima, perché gli levi Dio.
6. Non commettere atti impuri.
È il rispetto per il corpo. Te lo ha dato Dio. È un dono di Dio. È sacro. Il corpo dei bambini è ancora più sacro. Il tuo, e quello degli altri. Lo devi trattare con amore, e per l’amore. Lo devi mettere dentro l’amore.
Non lo rispetti. Quando lo usi solo per il sesso. È la malizia. Quando vedi il corpo degli altri, come un oggetto, un uso, un consumo per il piacere. Quando il sesso conta più della persona. Quando costringi una persona a farlo. Quando la prendi in giro perché non lo fa. Quando il sesso conta più di Dio. Quando per farlo come ti pare, cancelli Dio.
7. Non rubare.
È rubare le cose agli altri. È levargli le cose, sue. E portargli via, un pezzo suo. È fargli come una ferita. È fargli male.
Quando rubi i soldi. Quando prendi una cosa a un altro, che non è la tua. Gliela prendi di nascosto. Gliela prendi con la forza. Gliela prendi con l’inganno. Quando decidi che le cose dell’altro, sono le tue. Quando ti fai padrone delle cose dell’altro, e gliele prendi quando vuoi. Quando gli rubi il cuore. Gli rubi la fiducia, la dignità, il sorriso. Quando gli rubi l’anima, e gli porti via Dio.
8. Non dire falsa testimonianza.
È la menzogna, la falsità. È andare contro la verità. E andare contro Dio, che è la Verità.
Quando dai la colpa un altro, e lo sai che non è vero. Quando inventi una cosa falsa, per fargli del male. Quando lo inganni, lo imbrogli, e dici cose che non sono vere. Quando la bugia, le cose finte e le cose false, contano più dell’altro. E più di Dio.
9. Non desiderare la donna di altri.
È la gelosia. È volere la donna degli altri. È voler portare via la cosa più importante, a un altro. È portargli via il cuore. È svuotargli il cuore. E svuotare il tuo.
È quando non rispetti la donna dell’altro. Quando fai diventare la donna, un possesso. È quando tratti la donna, come un oggetto. Da prendere, da usare, da possedere. È quando ti fai padrone della donna. Della tua, e di quella degli altri. È quando avere la donna, diventa più importante degli altri. E di Dio.
10. Non desiderare la roba di altri.
È l’invidia. È voler avere le cose degli altri, che non hai tu. È non poter vedere le cose che hanno gli altri, perché non le hai tu. È portargliele via, con gli occhi. È farle diventare negative, perché non le hai tu. È mettere veleno nelle cose degli altri, nel loro cuore e nel tuo. È il veleno che fa morire il cuore degli altri, e il tuo.
Quando non sopporti che un altro ha una cosa, che non hai tu. Quando la cosa dell’altro la vuoi tu, a tutti i costi. Quando decidi che l’altro non può avere la cosa, che non hai tu. E gliela levi. Quando pensi solo ad avere le cose come gli altri. Quando le cose degli altri, contano più di Dio.
I dieci Comandamenti. Pdf. (Clicca sulla riga)