I 10 Comandamenti di Dio
1. Io sono il Signore, Dio tuo.
È Dio. È il tuo Dio. Ti ha fatto, e gli appartieni. Sei suo. E lui è tuo. È il Signore. È la cosa più grande che c’è. E sta con te. Davanti a te. E tu stai con lui. In ginocchio davanti a lui.
Non è il tuo Dio. Quando non lo vuoi, come è. Quando lo vuoi come dici tu, come pensi tu, come piace a te. Quando te lo fai, per te. Quando lo rifiuti, lo neghi, lo rinneghi. Lo cancelli dalla tua vita. Quando lo dimentichi, lo abbandoni, non lo calcoli. Lo escludi dalla tua vita. Quando non ci credi. Quando lo prendi in giro, e prendi in giro chi crede a lui. Quando vuoi fare senza di lui. Quando per te, Dio non c’è. Neppure tu ci sei.
Non avrai altro Dio, fuori di me.
È l’unico Dio. È un solo Dio. Non ce n’è un altro, come lui. Non ce n’è un altro, prima di lui. Dopo di lui. Più di lui.
Non hai Dio. Quando ti fai un altro Dio. Quando al suo posto, ci metti un’altra cosa. Quando la metti prima di lui, più di lui, sopra di lui. Quando la adori, al posto suo. Quando ti metti al posto suo, e vuoi essere adorato, tu. Quando vai fuori di lui, a cercare un Dio che non c’è. Vai contro Dio. E contro di te.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
Il nome di Dio, non è solo un nome. È Dio. La bestemmia è come, se lo insulti, lo attacchi, lo minacci. È come un pugno chiuso verso il cielo. Contro Dio. È come uno sparo, verso il cielo. Contro Dio.
Lo nomini invano. Quando giuri in nome di Dio. Quando spergiuri in nome di Dio. Quando bestemmi contro Dio. Quando usi la bestemmia, per fare del male agli altri. Quando usi la bestemmia, per farti bello davanti agli altri. Quando ridi della bestemmia. Quando ti vanti della bestemmia. Quando la insegni gli altri. Quando ti arrabbi se non te la fanno dire. Quando ti senti il padrone della bestemmia. E il padrone di Dio.
3. Ricordati di santificare le feste.
La domenica è risorto Gesù. È la festa di Dio. Consacrata a Dio. Dedicata a Dio. Stai con lui. Vai a trovarlo nella sua casa. L’eucaristia è la festa del paradiso.
Non le santifichi. Quando non vai a messa. Quando ci vai per forza, per finta, per interesse. Quando non ci fai andare gli altri. Quando prendi in giro quelli che ci vanno. Quando vuoi levare Dio dalla domenica, e fai lavorare anche gli altri.
4. Onora il padre e la madre.
È l’onore che devi al padre e alla madre. Il merito di averti messo al mondo. Senza di loro non ci sei. È riconoscere il peso che gli spetta. È dargli il posto che gli spetta. Il posto d’onore.
Non li onori. Quando li metti sotto i piedi. Quando li comandi tu. Quando li tratti come schiavi. Quando li calpesti, perché non ti ubbidiscono. Quando li picchi, con calci e pugni. Quando li insulti e li minacci. Quando li ricatti. Quando ti vergogni di loro.
5. Non uccidere.
È far morire un altro. È levargli la vita, che gli ha dato Dio. È andare contro Dio.
Quando uccidi una persona. Un bambino che sta per nascere, con l’aborto. Ma anche quando distruggi un amico, fino a fargli venire la voglia di morire. Quando lo prendi in giro sempre, perché ti diverti a vederlo soffrire. Quando gli uccidi il cuore. Quando gli uccidi l’anima, perché gli levi Dio.
6. Non commettere atti impuri.
È il rispetto per il corpo. Te lo ha dato Dio. È un dono di Dio. È sacro. Il corpo dei bambini è ancora più sacro. Il tuo, e quello degli altri. Lo devi trattare con amore, e per l’amore. Lo devi mettere dentro l’amore.
Non lo rispetti. Quando lo usi solo per il sesso. È la malizia. Quando vedi il corpo degli altri, come un oggetto, un uso, un consumo per il piacere. Quando il sesso conta più della persona. Quando costringi una persona a farlo. Quando la prendi in giro perché non lo fa. Quando il sesso conta più di Dio. Quando per farlo come ti pare, cancelli Dio.
7. Non rubare.
È rubare le cose agli altri. È levargli le cose, sue. E portargli via, un pezzo suo. È fargli come una ferita. È fargli male.
Quando rubi i soldi. Quando prendi una cosa a un altro, che non è la tua. Gliela prendi di nascosto. Gliela prendi con la forza. Gliela prendi con l’inganno. Quando decidi che le cose dell’altro, sono le tue. Quando ti fai padrone delle cose dell’altro, e gliele prendi quando vuoi. Quando gli rubi il cuore. Gli rubi la fiducia, la dignità, il sorriso. Quando gli rubi l’anima, e gli porti via Dio.
8. Non dire falsa testimonianza.
È la menzogna, la falsità. È andare contro la verità. E andare contro Dio, che è la Verità.
Quando dai la colpa un altro, e lo sai che non è vero. Quando inventi una cosa falsa, per fargli del male. Quando lo inganni, lo imbrogli, e dici cose che non sono vere. Quando la bugia, le cose finte e le cose false, contano più dell’altro. E più di Dio.
9. Non desiderare la donna di altri.
È la gelosia. È volere la donna degli altri. È voler portare via la cosa più importante, a un altro. È portargli via il cuore. È svuotargli il cuore. E svuotare il tuo.
È quando non rispetti la donna dell’altro. Quando fai diventare la donna, un possesso. È quando tratti la donna, come un oggetto. Da prendere, da usare, da possedere. È quando ti fai padrone della donna. Della tua, e di quella degli altri. È quando avere la donna, diventa più importante degli altri. E di Dio.
10. Non desiderare la roba di altri.
È l’invidia. È voler avere le cose degli altri, che non hai tu. È non poter vedere le cose che hanno gli altri, perché non le hai tu. È portargliele via, con gli occhi. È farle diventare negative, perché non le hai tu. È mettere veleno nelle cose degli altri, nel loro cuore e nel tuo. È il veleno che fa morire il cuore degli altri, e il tuo.
Quando non sopporti che un altro ha una cosa, che non hai tu. Quando la cosa dell’altro la vuoi tu, a tutti i costi. Quando decidi che l’altro non può avere la cosa, che non hai tu. E gliela levi. Quando pensi solo ad avere le cose come gli altri. Quando le cose degli altri, contano più di Dio.
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